domenica 18 dicembre 2011

Edina Altara e le illustrazioni per le cartoline

Una delle attività ancora poco conosciute di Edina Altara fu quella dell'illustrazione delle cartoline. In realtà, la Altara affrontò questo tipo di lavoro in tre fasi diverse della sua vita artistica, con risultati completamente differenti, per lo stile e per i soggetti trattati. Le prime cartoline illustrate dalla pittrice sarda risalgono al 1917, quando realizzò decine di disegni per la casa editrice Elzeviriana di Torino. Queste cartoline, che servivano per raccogliere fondi per le Bibliotechine rurali o per gli Orfani di guerra, venivano pubblicate in bianco e nero. Erano gli stessi bambini a colorarle ad acquarello. Altri grandi illustratori dell'epoca hanno dato il loro contributo alla produzione di questo tipo di cartoline, come Golia o Paola Bologna.


Edina realizzò diverse serie per la Elzeviriana, con soggetti diversi, dove i bambini erano sempre e comunque protagonisti. Si conosce un solo esemplare di una cartolina pubblicata per la Croce Rossa. Ancora oggi, nonostante sia passato quasi un secolo, non è difficile reperire qualche esemplare di questi lavori su Internet o nel mercato dei collezionisti. Oltre al quella di 6 esemplari sui versi degli animali, in quegli anni Edina illustrò altre serie, con vari temi, dalle stagioni, ai semi delle carte da gioco. 

Illuminante l'articolo pubblicato dal giornale piemontese "L'Elettore" nel 1918 e riproposto il 16 marzo 1999, dal giornalista del Monferrato, Idro Grignolio, in uno dei sui tanti articoli sugli artisti casalesi.
"Edina Altara, la giovane artista che fu una rivelazione coi suoi ammirati quadri fatti con ritagli di carta, che raccolse il plauso non solo dei profani di buon gusto, ma di forti artisti, che ebbe l’onore di vendere delle sue opere ai Reali, che insomma ha mietuto dovunque meritati allori, ha pubblicato una serie di sei cartoline graziosissime. Ciascuna contiene, incorniciata in un perfetto circolo, una illustrazione costituita da un putto ed un animale e rispettivamente, sotto a ciascun quadretto l’autrice ha scritto il titolo che corrisponde alle sillabe che i bambini appena balbettanti pronunciano per chiamare gli animali dei quali imitano la voce. E così un bel bimbo paffuto e roseo dagli occhioni neri spalancati e dai capelli corvini graziosamente composti, guarda, seduto in terra una pecora a la chiama con un "me... me" in così dolce espressione che par di sentirlo. Un altro, biondo come i due pulcini coperti dalle prime piume dorate, i quali beccano a lui accanto, succhiandosi l’indice della sinistra, esclama timidamente "piu... piu". Un terzo grida un severo "zo... zo" ad un rubicondo maialetto che gli volta impertinente il codino arricciato come la punta di un cavaturaccioli. Un quarto si desola chiamando "mau... mau" per la fuga del gatto che ha la coda striata a righe chiare e scure come l’ampia gonnellina. Un quinto guarda con terrore e grida "bau... bau" ad un bassotto che lo incalza a fauci aperte. E l’ultimo allarga gli occhioni indispettito e dispettoso pronunciando "cra... cra... cra" all’indirizzo di un ranocchio insolente che si permette d’avere la pelle dello stesso colore del vestitino che copre le spalle tonde del putto che imita il monotono suo gracidare. È una serie graziosissima, interessante, indovinata, che si fa notare per avere la giovane artista raggiunto col più semplice segno la più eloquente espressione. Sono quadretti vagamente colorati con non comune senso di poesia. Ah, la poesia dei bimbi! L’edizione è dell’Elzeviriana di Torino ed il provento della vendita è per la ‘assistenza ai bambini in tempo di guerra’. In conclusione dei bei lavoretti artistici a favore di un’opera non meno bella che il sentimento che l’ispira. Chi compra le cartoline rende il meritato omaggio all’arte indiscussa di Edina Altara e concorre con la gentile pittrice, a compiere una azione buona a favore di tanti teneri esseri incosci di questo travolgente turbine di guerra immane".
Altrettanto interessante e completo, l'articolo pubblicato sul numero 45 della "Cartolina", una rivista specializzata edita da Furio Arrasich e Gabriella Pasquali, scritto dall'esperto Renato Breda, che riportiamo quasi integralmente. 

"Agli anni della prima Guerra Mondiale appartiene un folto gruppo di cartoline, su un tema che potrebbe essere definito 'assistenza all'infanzia', assolutamente originali - a quel tempo - per concezione e stile esecutivo. Si tratta di cartoline emesse a scopo di beneficenza, intenzionalmente disegnate in modo molto semplificato, per lo più acromatiche, con la sola immagine in primo piano fortemente marcata che campeggia sul fondo bianco, e riproducenti tutte dei 'personaggi bambini' che non cessano di apparire tali anche quando vestono i panni dell'adulto, sia esso artista, fioraia o soldato.
Tale formula intendeva corrispondere, nello stesso tempo, a due esigenze complementari: da un lato, piacere ai bambini, per i quali le cartoline sarebbero state comprate dai loro genitori o dagli insegnanti e, a giudicare dalla frequenza con cui le cartoline in bianco/nero a noi giunte sono state colorate da mani inesperte, si direbbe che questa aspettativa non sia andata delusa (fanno eccezione alcune cartoline di Caffonara, Attilio e Trierca che furono stampate a colori); dall'altro, stimolare nell'adulto - con la presentazione di soggetti e scenette di gusto infantile - un'attenzione e una tenerezza particolari e soprattutto l'immediata percezione della finalità assistenziale in favore di bambini, di cui quel tipo di cartoline intendeva rendersi utile strumento. Le iniziative specifiche volta per volta perseguite sono state varie e talvolta non comuni: da un'impegnativa 'assistenza ai bambini in tempo di guerra', alla quale si affianca una iniziativa per i 'profughi irridenti adriatici', alle emissioni 'pro Casa dei Bambini', o 'pro Bibliotechine Rurali Zia Mariù', queste ultime frequentemente correlate alla propaganda di libri scritti da questa educatrice (Paola Carrara Lomboroso, ndr) appositamente per i fanciulli ('Storie per voi bambini', 'Storie vere', ecc), sino a quella dedicata 'ai bambini d'Italia' nell'ambito delle attività promosse dalla Croce Rossa. [...] Un  fatto che colpisce favorevolmente è costituito dalla qualità degli illustratori scesi in campo per sostenere l'iniziativa. Infatti, se è vero che non mancano disegnatori improvvisati, che possono aspirare - al massimo - a essere considerati dei 'naifs' (Anan, Margherita, Salmoni, Vitali, Zia Remy, ecc.) se ne incontrano altri ben conosciuti e apprezzati nel campo delle edizioni per l'infanzia (Attilio, Bologna, Gherardi, Gigliucci, Manca, Montedoro, Rota, Trieca, ecc.) ed altri ancora, di assoluto rilievo, la cui fama è spesso legata a espressioni grafiche maggiori (come, ad esempio, l'illustrazione d'arte, il cartellonismo, ecc.). Tra questi, si possono ricordare soprattutto Craffonara, Golia e Zandrino (ma ovviamente anche Edina Altara, ndr), le cui composizioni, ridotte come sono in queste cartoline a una scala espressiva infantile, sembrano quasi debordare i limiti del linguaggio assegnati e imporsi all'attenzione dell'adulto per l'eleganza del tratto e la bellezza delle immagini, in modo assolutamente 'prepotente' e in un certo senso indipendente dal contenuto trattato.
L'utilizzazione di questi grandi illustratori [...] non era infrequente per edizioni di propaganda, specie negli anni della guerra, durante i quali ogni cittadino - secondo le sue possibilità - era mobilitato per fornire un contributo significativo alla causa comune. Basta ricordare le grandi serie del Prestito Nazionale o della Croce Rossa, o le multiformi e talvolta curiose emissioni in favore dei nostri soldati (raccolta della lana per il 'Corredo del soldato', lo 'Scaldarancio', le 'Pellicce per i soldati', il 'Sigaro del soldato combattente', ecc.), per ritrovare, ancora una volta, accanto ai nomi meno noti, quelli degli illustratori più affermati. Tuttavia, la peculiarità delle cartoline di cui trattiamo sta in questo sforzo di estrema semplificazione grafico/tipografica, che - nell'intenzione degli editori - avrebbe dovuto dare un risultato capace di accordarsi meglio con la psicologia e l'estetica proprie di un mondo infantile. Idea interessante - anche se produttiva di risultati per certi versi opinabili - che in seguito verrà ripresa più volte da organismi e imprese operanti nel settore dell'infanzia, anche se spesso a livelli espressivi più modesti e con intenti dichiaratamente commerciali".
Tra gli Anni 20 e gli Anni 30, Edina Altara realizzò diverse serie di cartoline (solitamente quattro, e spesso con una delle immagini replicata specularmente con colori differenti) per la casa editrice milanese Degami (Dell'Anna e Gasparini). La stessa che pubblicò tante serie di cartoline di Max Ninon (lo pseudonimo di Vittorio Accornero usato negli anni in cui fu sposato con la Altara). Probabilmente, Edina e Ninon lavorarono nello stesso periodo per questa casa editrice, presentando però indipendentemente i loro lavori. I soggetti proposti da Edina alla Degami erano sempre legati ai bambini, con scene di sport invernali, d'amore (singolare la serie del termometro dell'amore) e di animali.

Dopo una parentesi di una ventina d'anni, la Altara riaffrontò il tema delle cartoline tra gli Anni 50 e 60, su commissione dell'organizzazione religiosa Casa Mamma Domenica per la redenzione femminile, e pubblicando queste serie: Ventagli, Orologi (firmata con uno pseudonimo), Danze (anche questa con una firma differente), Le vie della seta, Caffè, Sport invernali. In questi lavori, "lo stile convenzionale e stucchevole risente pesantemente delle direttive della committenza. I familiari ricordano di aver visto Edina piangere di rabbia mentre disegnava queste tavole ed altre simili", come scrive Giuliana Altea nella monografia pubblicata dalla Ilisso (Nuoro) nel 2005. Nell'archivio Altara, infine, esistono i bozzetti di due altre serie di cartoline, che però non furono mai pubblicate: Segni zodiacali e Sport nei secoli.