domenica 18 dicembre 2016

Due dipinti di Edina Altara per il Natale sassarese

L'assessorato alla Cultura del Comune di Sassari ha scelto due dipinti di Edina Altara degli Anni 60 "Presepe" e "I Doni" per la grafica degli eventi del Natale 2016. I dipinti, realizzati con olio e stagnole su ardesia, dal punto di vista stilistico appartengono al periodo in cui Edina collaborava con l'architetto Gio Ponti. Riportiamo il testo di presentazione scritto dall'assessora alla Cultura Raffaella Sau. Per questo bell'omaggio ringraziamo sia Raffaella Sau sia la dirigente dell'assessorato Mariangela Valentini.


«L’immagine che abbiamo scelto per il Natale 2016 non è casuale. Rappresenta al contrario la sintesi dei due piani, intimamente connessi, del lavoro dell’Assessorato alla Cultura: da un lato l’impegno per la valorizzazione del patrimonio artistico-culturale della città; dall’altro lato il dovere di contribuire a stimolare, anche attraverso quel patrimonio, la riflessione sul processo di adattamento ai mutamenti economico-sociali e alle sfide che il prossimo futuro ci chiamerà ad affrontare, prima fra tutte la sfida della società multiculturale. Abbiamo scelto queste immagini, dunque, non solo perché sono due bellissime opere d’arte; non solo perché sono le opere di una donna sarda, Edina Altara, celebrata dal Comune nel corso del 2016 con una mostra originale e suggestiva; ma anche perché sono opere che evocano una simbologia e un ventaglio di valori, laici e religiosi insieme, che fondano l’ideale di una società plurale, rispettosa dei diritti e dei differenti progetti di vita degli individui, pacifica e orientata al progresso sociale. Valori che rischiano oggi di essere mortificati o peggio calpestati dall’insipienza di chi crede di sostituire impunemente la forza della ragione con le ragioni della forza. Sassari rivendica con orgoglio una lunga tradizione di amore per la libertà, per la democrazia, per un ideale di convivenza che disprezza qualunque forma di discriminazione e di violenza. È un'eredità, questa, che sapremo onorare solo se avremo la capacità e la pazienza di mostrarne la bontà ai nostri concittadini più refrattari e a chi decide di condividere con noi la propria vita e i propri sogni. All’insegna dell’arte e della musica sarà appunto il messaggio di augurio che il Comune vuole inviare ai sassaresi e a tutti coloro che in questo periodo visiteranno la città. L’intento è quello di aprire la città, con i suoi musei, le sue sale espositive, i teatri e le piazze, per renderla un luogo sereno e stimolante di incontri».

Cliccare qui per scaricare il programma completo del Natale 2016 a Sassari
Ed ecco il comunicato ufficiale del Comune di Sassari

venerdì 17 giugno 2016

Le bambole di Edina Altara

Dalle straordinarie bambole di Edina Altara, ritrovate di recente, una mostra e un laboratorio nello spazio culturale del Lazzaretto di Sant'Elia a Cagliari, organizzati da Rossella Piras e Marco Nateri.  Ecco il servizio del Tg3 Regione andato in onda nell'edizione delle 19,30 di giovedì 16 giugno 2016


domenica 12 giugno 2016

Una sfilata di moda sulle tracce di Edina

La Nuova Sardegna l'11 giugno 2016 ha pubblicato questo video sulla sfilata di moda delle giovani stiliste dell'Ipia di Sassari


Una sfilata di moda da professionisti, curata nei minimi dettagli, quella che ha chiuso l'anno scolastico delle classi "Operatori della moda" dell'Ipia di Sassari. Tra gli ospiti della serata la presidente regionale dell'Unicef Paola Manconi e del comitato di Sassari Silvana Pinna che ha illustrato il progetto "Scuola amica dei bambini e dei ragazzi" che vede l'Unicef collaborare con la scuola e il ministero. Un altro progetto "Sulle tracce di Edina Altara" ha visto i ragazzi impegnati nella progettazione e nella realizzazione di un abito ispirato alla figura della grande artista, una delle più importanti pittrici e illustratrici italiane della prima metà del Novecento

giovedì 9 giugno 2016

Edina Altara su Videolina: I 5 Sensi dell'Arte

Videolina ha dedicato un ampio servizio, di ben 11 minuti, alla figura di Edina Altara nella trasmissione di Ambra Pintore e Angelo Palla "I 5 Sensi dell'Arte" andata in onda mercoledì 8 giugno 2016 alle 21.

martedì 7 giugno 2016

Tg2 Storie racconta Edina Altara

Il Tg2 Storie, nella puntata di sabato 4 giugno 2016, ha dedicato un ampio approfondimento alla figura di Edina Altara. L'autrice del servizio è Stefania Conti.

martedì 31 maggio 2016

Piccola storia dei pupazzi sardi: da Edina Altara a Tosino Anfossi a Eugenio Tavolara

Pubblichiamo questo bell'articolo di Remo Branca apparso in un numero della rivista Frontiera del 1972. Remo Branca racconta la vera storia della nascita dei pupazzi di Eugenio Tavolara, con una serie di interessanti aneddoti della vita artistica sassarese degli Anni 10.

Nell'anno 1916, durante la guerra iniziata il 24 maggio 1915, fu organizzata a Sassari la prima Mostra d'arte sarda del nostro secolo, a beneficio della cosiddetta Mobilitazione Civile. Era un avvenimento nuovo, emozionante per tutti noi giovani, una occasione per l'improvviso gruppo di artisti che cominciava a far rumore in Sassari, con Giuseppe Biasi in testa, a Nuoro con Francesco Ciusa e Antonio Ballero. Fu quello veramente l'inizio del movimento artistico che in Sardegna esprimeva, per la prima volta nella storia, l'anima locale. Di quell'avvenimento si possono leggere nella pagina sarda del Giornale d'Italia a firma di Michele Saba, e sulla stampa locale larghe notazioni. Si videro arrivare da Bosa tre fratelli, Federico, Melkiorre e Pino Melis, per i quali, come per tutti i giovanissimi, si aprivano le porte della gloria. Trionfò Peppino Biasi, condizionando l'orientamento estetico di quasi tutta la pittura sarda, che vide nella Barbàgia e nei suoi costumi un popolo ed una terra da scoprire. Ma fece molta impressione la comparsa di una giovanetta, di Edina Altara, che presentava una serie di gustosi quadretti costruiti con pezzi di carta colorati. Pompeo Calvia n'era incantato, tanto che per una di quelle scenette compose una quartina: una mamma in costume teneva fra le braccia un figlioletto che strillava maledettamente alla vista del catino d'acqua in cui prevedeva di fare il bagno: Su pizzinnu a su babbu est simizzante. Non cheret abba mancu a meichina. — Cherides di non fetta s'arrogante? Comà, ponidechelu in sa mesina. La scenetta era una visione barbaricina, e Pompeo Calvia colse l'occasione per pizzicare i nuoresi che, non sapendo altro che fare, a quei tempi, bevevano più del necessario. Ma ora, forse, non «bevono» se non il necessario. Dietro il successo di Edina Altara, si diceva, c'era la simpatia di Biasi, che sapeva consigliare ai giovani, senza illuderli la via dell'arte. Ed Edina, la bella Edina, non si sottrasse ai consigli della prepotente personalità di Peppino, il fondatore dell'arte sarda, e che aveva fatto infuriare Antonio Ballero quando gli disse: ma non potresti prima impa-rare un po' di disegno?
Altra polemica furibonda nacque fra Pompeo Calvia, che aveva esposto alcuni suoi quadretti, e Salvator Ruju. Mi pare che quest'ultimo lo scrisse anche (a me lo disse) che il poeta dei sassaresi «non doveva esporsi come pittore: a lui bastano i versi». E Pompeo Calvia si sfogava con me contro questa malignità del letterato, dicendo che come letterato lo rispettava, ma che di pittura non ne capiva nulla. Ai margini della Mostra Sassari si divertiva, come sempre, per questi piacevoli incidenti. 

Non ricordo, perché nella memoria vi si sovrappongono le Mostre successive, quali altri artisti giunsero in quella occasione alla ribalta. Certo fece impressione la statua dello Strillone di Antonio Usai, una bella scultura che rappresentava un «pizzinnu pizzoni» che si era addormentato avendo per letto un paracarro, mentre dalle mani gli era sfuggito il pacco della Nuova Sardegna (il titolo si leggeva su una testata).
Questa premessa era necessaria per dire che Edina Altara seppe rimanere nella sua gloria di arte fanciulla per i fanciulli. Così la scoprì Giuseppe Fanciulli, direttore successo a Vamba nella direzione del Giornalino della Domenica. La scoprì nella sua prima visita del 1921 a Sassari, alla Barbàgia, durante la quale gli fui compagno. Come altre volte è stato ricordato sulle pagine di Frontiera sul Giornalino comparve una serie di articoli dal titolo «In terra Sarda». Il Giornalino di Vamba aveva buoni motivi per ricordare Sassari perché da Sassari era arrivato a Vamba uno sconosciuto pretendente al Concorso Nazionale per una copertina al suo settimanale. Biasi vinse fra tanti bravi artisti italiani già noti. Da allora nel Giornalino comparvero una serie di copertine a colori, originalissime di Giuseppe Biasi quasi tutte di ambiente sardo. Queste lo resero popolare fra i grilli (così si appellavano gli abbonati che festeggiavano unitariamente, dalla Lombardia alla Sardegna alla Sicilia, la loro ricorrenza nazionale, in concomitanza con la fiorentina «Festa del Grillo»).
Ora nello stesso numero in cui Fanciulli iniziò la serie delle sue impressioni del viaggio in Sardegna, e che fu per lui una scoperta, (A. IX, n. 17, 16 ottobre 1921, pag. 20) il Giornalino pubblica un articolo intitolato «Tra i Balocchi: Edina Altara». Vi si legge: queste figurine che ammirate (sono di una vostra amica, una fanciulla sarda) sono fatte con la carta: sì, carte di vari colori, incollate abilmente, ma semplicemente. Rappresentano scene di gioco, e scene familiari, e gente che va per la sua strada, e bambine e alberi, e animali».
Era successo che Edina Altara era passata dalle figurine incollate sulla carta, alla scultura di carta. Basta vedere le illustrazioni che riportiamo dal Giornalino perché il lettore si renda conto di che cosa si tratta: dei pupazzi venuti dopo e che andarono in giro con il nome di Tosino Anfossi. Ma l'articolo, firmato Gingillino (in realtà era uno degli pseudonimi del Fanciulli), non si contenta della presentazione ma dà anche dei consigli, proseguendo, alla abile fanciulla sarda: «Se le figurine di Edina Altara sono troppo fragili e delicate, così fatte di carta, perché non si potrebbero fare in legno? Semplice legno dipinto, sì ma dipinto con grazia e con intelligenza gioiosa ... e se ne potrà fare un numero infinito, un po' copiando dal vero, e un po' inventando», così come fa Edina Altara col pensiero rivolto ai bambini. 

Quest'idea di passare dalla carta al legno fu colta da Tosino Anfossi, anch'egli grillo e lettore del Giornalino. Nacquero così nella mente del grillo Anfossi l'idea di fare la bambola sarda, la regina della casa, con tutti i suoi sudditi. Si mise al lavoro, che però richiedeva una vera officina da artigiano, che potesse tradurre in opera e vestisse i suoi pupazzi che veniva disegnando con fervida fantasia. Associò alla sua attività Eugenio Tavolara. Ma io vidi per la prima volta i pupazzi di Tavolara uscire dalle mani dell'amico Tosino. Povero Tosino, morto tanto giovane mentre gli arrideva un irrequieto avvenire d'artista. Si mostrava sempre imbronciato e frettoloso, e così lo conobbi in Sassari in cerca di quel che capiva non essere i pupazzi sardi di legno il suo punto d'arrivo ma, forse, un intervallo artigianale, che poteva aprirgli vie più ambiziose.
Eugenio Tavolara ereditò l'invenzione, e fece, a quella invenzione molto onore, che tutti, in Italia e all'Estero, apprezzarono come prova della nascente fantasia ed industriosità dei nuovi sardi. Ed Edina e Tosino, così, furono dimenticati.
Ma la storia, anche la grande storia, è fatta di queste comuni vicende, sempre intenta a trovare un solo inventore, che possa diventare simbolo unico, e perciò facile, del genio umano. E se è lecito avvicinare le cose piccole alle grandi, ricordiamo: non successe così per Gutemberg che non inventò affatto la stampa, ma con il suo spirito preveggente rese più pratica ed universale l'invenzione degli anonimi inventori e incisori del legno, che prepararono le prime pagine xilografiche del libro stampato. C'è chi semina e chi raccoglie, e la gloria è per tutti, dal momento che l'uomo, nonostante le strombazzate alienazioni, nel processo delle arti e della tecnica non è mai solo.

PS = chiunque abbia in casa i vecchi giocattoli di carta di Edina Altara è pregato di contattarci info@edinaaltara.it

giovedì 26 maggio 2016

Edina Altara, un'isola oltre

Edina Altara, Cestinaia di Sennori
Dal 21 maggio al 20 giugno 2016 la sala Giuseppe Duce di Palazzo Ducale, a Sassari, ospita la mostra di Edina Altara curata da Federico Spano e allestita dalla Agave di Alberto Paba. La mostra è stata realizzata grazie al Comune di Sassari e in particolare all'assessorato alla Cultura. Nei rinnovati locali della sala Duce, si è scelto di esporre una grande selezione di opere che consentono di vedere il costume tradizionale sardo attraverso gli occhi, i pennelli e le forbici di Edina Altara.


In mostra l’isola delle meraviglie attraverso gli occhi e le mani di Edina Altara
Gli abiti tradizionali interpretati da un talento del decò. Le opere inedite in esposizione a Sassari nel Palazzo Ducale

SASSARI. L’abito tradizionale sardo attraverso gli occhi e le mani di una delle più grandi artiste – pittrice, illustratrice, grafica e decoratrice – dell’Italia del Novecento. “Edina Altara, un'isola oltre...” è il titolo della mostra  nella Sala Duce di Palazzo Ducale a Sassari, dal 21 maggio al 20 giugno.
La figura di Edina Altara (Sassari, 9 luglio 1898 – Lanusei, 11 aprile 1983) è stata riscoperta negli Anni 80 e 90. Giuliana Altea nella sua monografia (“Edina Altara”, Ilisso, 127 pagine) imputa anche alla questione di genere l’ombra calata sul lavoro di Edina: «Parallelamente al sorgere del modernismo, le donne vengono sospinte ai margini del terreno dell’arte per mezzo di una duplice strategia di esclusione e demarcazione degli ambiti creativi, attraverso il rafforzarsi della distinzioni tra arti “maggiori e “minori”».
La visione di Edina trasforma l’interesse per l’etnografia del costume in una ricchissima esplorazione di linee e colori, un moderno decò in linea con le tendenze a lei contemporanee. Lavoro nato sotto l’influenza di Giuseppe Biasi per arrivare poi alla collaborazione con una personalità di rilievo internazionale come Gio Ponti. La sua più celebre produzione, in questo campo, è quella delle mattonelle con soggetti sardi, in prevalenza figure femminili nei costumi tradizionali. Per la prima volta verrà esposto al pubblico un corpus di bozzetti preparatori per le mattonelle, realizzati con la tecnica del collage negli Anni 30 e 40, di proprietà della Regione Sardegna e destinato al Museo del Contemporaneo e del Novecento, che sarà aperto all’ex Carmelo di Sassari.
Del ricco percorso di Edina Altara – che ha attraversato quasi tutto il Novecento – parla Federico Spano, uno degli eredi dell’Altara, nonché curatore dell'archivio di famiglia, e curatore della mostra allestita dalla Agave Edizioni, ideata dall'associazione culturale On Art e patrocinata dal Comune di Sassari. «L’artista affrontò a più riprese, lungo tutta la sua carriera artistica il tema della Sardegna e del costume popolare – spiega Spano –. I suoi collage di carte colorate, in cui raccontava con eleganza una Sardegna arcaica ed esotica, la portarono alla ribalta nazionale negli Anni 10». Edina si dedica alla produzione di ceramiche, con un approccio da illustratrice, a partire dagli Anni 30. «Il suo lavoro è come quello di un moderno designer – spiega Federico Spano –. Studia il progetto, fornisce il disegno esecutivo e soprintende alla produzione, curando anche la commercializzazione. In questa nuova avventura si affianca alla ditta sassarese Margelli che a sua volta affida la realizzazione di piatti e mattonelle alla Manifattura Ceramiche Faentine di Minardi».
In mostra anche i “Fiammiferi vestiti”. «Rappresentano un ritorno alle origini dell’artista – continua Federico Spano –. È fortissimo, infatti, il richiamo ai giocattoli di carta degli Anni 10, che la resero famosa a livello nazionale assieme ai suoi collage. Dei giocattoli, però, purtroppo si è persa ogni traccia ed è possibile ammirarli soltanto nelle fotografie in bianco e nero conservate nell’archivio di famiglia o pubblicate sulle riviste dell’epoca. Edina realizzò queste minuscole figure negli Anni 50, con fiammiferi, panno e carte colorate, fissate su scatole di fiammiferi rivestite di velluto. Questi lavori riproducono personaggi in costume popolare, soprattutto dei paesi della Sardegna, ma anche di altre regioni, come Abruzzo o Sicilia, o in abiti storici eleganti, meticolosamente curati nelle fogge e nel taglio». Oltre ai collage, i visitatori potranno ammirare una ventina di ceramiche, tra piatti e mattonelle, due grandi collage con soggetti sardi, realizzati negli Anni 10 e negli Anni 20 con la stessa tecnica dei bozzetti preparatori, e dodici deliziosi fiammiferi vestiti con costumi sardi.
Questo materiale, assieme a due fotografie di Edina in costume di Oliena, scattate durante la celebre Cavalcata del 1929 – organizzata in onore di re Vittorio Emanuele III e della regina Elena – è proveniente dall’archivio Altara.

venerdì 25 marzo 2016

Tre cassettoni di Gio Ponti dipinti da Edina Altara

Edina Altara all'inizio degli Anni 50 decorò tre cassettoni, disegnati da Gio Ponti, con specchi retrodipinti. Edina scelse soggetti legati alla mitologia, quelli che a lei erano più congeniali in quel periodo.


Qui sopra, un cassettone disegnato da Gio Ponti per la sua casa di via Dezza, nel 1951, e decorato con specchi retrodipinti e acidati da Edina Altara. Il mobile fu esposto nel 1951 alla IX Triennale di Milano. Il 12 maggio 1999 il cassettone fu venduto dalla casa d'aste Christie's a Londra per 34.500 sterline (51.337 euro). L'8 dicembre 2005 il cassettone tornò all'asta e fu venduto dalla casa dalla Phillips di New York a 38mila dollari.
Edina Altara dipinse i pannelli decorativi per questi altri due cassettoni (identici nel design), realizzati per altre case decorate e arredate da Gio Ponti.


lunedì 1 febbraio 2016

Edina Altara e il mondo del calcio

Edina Altara e il mondo del calcio. L'archivio Altara ha acquisito di recente due simpatiche cartoline pubblicate dalla casa editrice Cecami negli Anni 30. Si tratta di un bambino con la maglia della Juventus che brinda alla vittoria e di un bambino con la maglia del Milan che legge una lettera d'amore. Probabilmente di questa serie di cartoline illustrate da Edina Altara esistono altri soggetti, con le maglie di altre squadre di calcio. 

sabato 16 gennaio 2016

Le copertine di Edina e Ninon per la rivista argentina El Hogar

La copertina di Edina Altara
Edina Altara e il marito Vittorio Accornero realizzarono tre copertine per la rivista di Buenos Aires "El Hogar" nel 1925. Accornero, che all'epoca firmava con lo pseudonimo di Victor Max Ninon, vinse il concorso per le copertine indetto dalla stessa rivista. La collaborazione con il periodico argentino, però, durò poco. Accornero, infatti, propose all'editore di farsi assumere senza però concedere l'esclusiva. 
La copertina di Max Ninon
Nei suoi piani, il pittore di Casale Monferrato si sarebbe dovuto trasferire in Argentina con la moglie Edina Altara, il tutto a spese dell'editore di El Hogar, che avrebbe dovuto pagare loro anche una casa e un lauto stipendio. Accornero, in ogni caso, chiedeva di avere la libertà di collaborare con altri editori. La sua proposta, tuttavia, non fu accettata dal proprietario di El Hogar, che chiedeva l'esclusiva sui lavori di Ninon. Accornero non si diede per vinto e prese contatti con altri due editori di Buenos Aires, ricevendo però sempre risposte negative. Dei contatti di Ninon con gli editori argentini esiste un corposo carteggio, compresi gli assegni con i quali i due artisti furono pagati per le loro copertine. Alla fine, Edina e Ninon in America ci andarono comunque, ma molto più a nord, a New York, nel 1929.

lunedì 11 gennaio 2016

I libri per ragazzi illustrati da Edina Altara

Storie di Barbabionda, Barbagrigia e Barbabianca
Edina Altara lavorò come illustratrice per ragazzi dagli Anni 20 fino agli Anni 70, quando realizzò il suo ultimo lavoro. Quello che segue è un elenco quasi definitivo della sua opera, anche se non escludiamo che esistano altri libri che mancano all'appello. Spesso, infatti, veniva indicato solo il nome "Edina", oppure "E. Edina" e qualche volume potrebbe essere sfuggito all'appello. Edina illustrò quattro libri per ragazzi con il marito Vittorio Accornero, assieme firmavano Edina e Ninon.

ANNI VENTI
- Storie di bambini che conosco, Paola Lombroso Carrara, Paravia, 1924 (**)
- Storie di Barbabionda, Barbagrigia e Barbabianca, Cesarina Fanfulli Coppini, Bemporad, 1924  (**)
- Le Fiabe di Zia Mariù, Paola Lombroso Carrara, Paravia, 1925 (**)
- Storia di una bambina e di una bambola, Paola Lombroso Carrara, Paravia, 1925
- Storie vere di Zia Mariù, Paola Lombroso Carrara, Paravia, 1925
- Un reporter nel mondo degli uccelli, Paola Lombroso Carrara, Paravia, 1926
- Tim Boum e Tata Boum, T. Combe Torino, Paravia, 1926
- Le Nuove Avventure di Tim Boum, T. Combe, Paravia, 1927
- La grotta di Steenfoll, Hauff-Mauri,  La Editoriale Libraria (Stelline), 1928
- Povero Tonino, Gianna Sibaud, La Editoriale Libraria (Stelline), 1928 (*)
- La Maggiolata Di Sandro, Umberto Gozzano, La Editoriale Libraria (Stelline), 1928 
- Storia che finisce bene, C. Del Soldato, Trieste, La Editoriale Libraria (Stelline), 1928
- L'agnellino nero ed altre fiabe, Carola Prosperi, Paravia, 1929

ANNI TRENTA
- Il Piccolo Re, A. Lichtenberger, Bemporad, 1930 (**)
- Fiabe a totolino, Marianna Cavalieri, Paravia, 1930
- Quattro cani a spasso, Virginia Piatti Tango (Agar), Paravia, 1931
- Bracaloncino, Maria Ferraris, Paravia, 1931 (*)
- Navigare Necesse Est, Gina Algranati, Paravia, 1931
- L'erba voglio e altre novelle, Maria Pezzè Pascolato, La editoriale libraria, 1931
- L'avventura di un canino, Anton Cecov (o Cehov), trad. Erme Cadei, 1931 (*)
- La diligenza delle dodici fiabe, Vincenzo Fraschetti, Paravia, 1932
- Un follettino nel calamaio, Giuseppina Spezia, Paravia, 1932 (*)
- Avventure straordinarie di Cicognino, G.M. Folch i Torres, Paravia, 1934 
- Nuove avventure di Cicognino, G.M. Folch i Torres, Paravia, 1934
- Ragazzi allo specchio, Paola Carrara Lombroso, Paravia, 1935

 ANNI QUARANTA
- La promessa sposa di Pinocchio, Marzocco, libretto pubblicitario Roberts, 1940
- Il Libro Giocattoli, Hoepli, 1945
- Avventure straordinarie di Cicognino, Paravia, G.M. Folch i Torres, 1947
- Storia di una bambina e di una bambola, Paola Lombroso Carrara, Edizioni Palatine, 1948 
- Le Fiabe di Zia Mariù, Paola Lombroso Carrara, Paravia, 1948

  ANNI SETTANTA
- Quattro favole, Silvia Fiocchi, Milano-Verona, 1971

(*) Se chi legge questo post avesse libri non presenti in questo elenco, oppure possedesse uno dei volumi contrassegnati con un solo asterisco, farebbe un grande favore agli eredi della Altara, contattando l'archivio via email: info@edinaaltara.it
(**) Illustrato con il marito Vittorio Accornero (Max Ninon)

sabato 9 gennaio 2016

Edina & Ninon e l'avventura a New York

Edina Altara nel 1929 visse alcuni mesi a New York con il marito Vittorio Accornero. Di quel periodo, purtroppo, non è rimasta traccia, se non nella lista dei passeggeri del transatlantico, nei certificati medici, nei documenti di acquisto dei biglietti e dei registri dell'immigrazione di Ellis Island. L'unica immagine della produzione dei due artisti legata a New York è questo straordinario disegno a matita realizzato da Accornero presumibilmente nel 1933. Nell'immagine New York è vista dall'alto, dall'interno di uno dei 21 Savoia-Marchetti S55 che proprio in quell'anno trasvolarono l'Atlantico per raggiungere gli Stati Uniti (New York - Chicago e ritorno in Italia), in una delle tante imprese dell'aeronautica italiana dell'epoca. Il disegno ricorda per impostazione i lavori dei pittori del secondo futurismo, come Tullio Crali.
Non si sa con certezza di cosa si occuparono i due artisti nel soggiorno newyorkese, anche se dalle testimonianze di alcuni parenti si presume che si occuparono di lavori teatrali (scenografie e costumi) e di illustrazione. I due, capitati in America durante la Grande Depressione del 1929, decisero di fare ritorno in Italia anche per la nostalgia del loro amato paese.