venerdì 12 giugno 2009

Edina Altara in mostra al Canopoleno

Fino al 27 settembre 2009, a Sassari, sarà possibile ammirare quattro opere degli Anni 50 di Edina Altara. Gli oli, uno dei quali inedito, sono esposti alla mostra Pittura Sarda del Novecento, in corso al Mus'a - Pinacoteca al Canopoleno, in piazza Santa Caterina, dal 22 maggio.




Questo il comunicato stampa di presentazione della mostra:

PITTURA SARDA DEL '900 NELLE COLLEZIONI STATALI

In tre sale, con circa ottanta dipinti in larga misura finora inediti, raccontiamo l’arte fiorita in Sardegna nella prima metà del secolo. Finalmente la tradizione isolana assurge al ruolo di protagonista grazie a maestri del pennello che dialogarono con la felice linfa culturale del tempo.
I volti, gli sguardi
Stimolati in vario modo, non pochi artisti sardi dedicarono attenzione alle tradizioni isolane. Spiccano per forza espressiva i dipinti di Filippo Figari, seguiti da analoghe opere di Mario Delitala, Carmelo Floris, Francesco Ciusa Romagna e preceduti da …. Paglietti, tutti raffiguranti volti di personaggi scolpiti dal vento, espressione di un’interiorità complessa. Sul fondo della sala l’omaggio ai collezionisti, simbolicamente rivolto ai tanti generosi donatori, è rappresentato dall’elegante Josephine, accanto al marito …. Melli Sant’Elia. A differenza della moglie, il duca è effigiato da un pittore sardo: Antonio Ballero, al quale si devono anche tre severe interpretazioni di se stesso e dei familiari. Completano la sala ulteriori dipinti – tra questi va evidenziato il ritratto assai espressivo dell’ebanista …. Clemente raffigurato dal maestro … - e una breve carrellate di singolari Nature morte, tra le quali spicca una composizione floreale di Elio Pulli.
I sogni, la città
Autentico pioniere tra i maestri sardi, Mario Mossa De Murtas non tradisce mai il solido rapporto con l’isola pur manifestando un’attitudine al confronto con le principali correnti artistiche del primo Novecento. Federico Melis Marini, Cesare Cabras, Melkiorre Melis in vario modo aggiornarono anch’essi il loro linguaggio, attenti alle sollecitazioni del loro tempo nel privilegiare soggetti d’attualità. In un gruppo di quattro acquerelli, Stanis Dessy esalta la ripresa dal vero utilizzando una tecnica antica; i colori sono brillanti, il tratto è sicuro e deciso. Sperimentando nuove ed originali soluzioni tecniche, Edina Altara affronta temi di rilievo rivisitati in una atmosfera complessiva di sogno. Da notare infine il dipinto di Ausonio Tanda, esordiente di valore, che illustra una strada di Sassari, città ritratta anche da altri maestri, tra cui il raro Salvatore Zona originario della Sicilia.
La natura, i rituali
In questa sala sono riunite opere selezionate tra quelle che meglio catturano l’anima degli scenari naturali e la poesia dei rituali antichi delle genti di Sardegna. Con una gradualità di passaggi cromatici ispirata da un fecondo sentimento lirico, Giuseppe Biasi sigilla in composizioni straordinarie la religiosità delle donne, in chiesa o alla fonte. Pietro Antonio Manca rappresenta con arditi impasti lo sfavillare del fuoco e lo scoppiettare della legna ardente, ovvero immagini di vita altrimenti impossibili da impressionare. Con pennellate dense e pastose, strizzando una miriade di tubetti di colori ad olio sulla tavolozza, Costantino Spada restituisce una precisa identità ai paesaggi naturali facendo leva sulla sua personale attitudine al vigore. Più delicate e sintetiche appaiono invece le vedute di Mario Delitala e Stanis Dessy che illustrarono magistralmente gradevoli scorci attingendo all’infinito repertorio suggerito dal paesaggio isolano.

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Qui di seguito l'articolo di Marta Virdis pubblicato dalla Nuova Sardegna il 24 maggio 2009 a pagina 39 (Spettacoli).

Al Mus'a la pittura sarda del '900


SASSARI. Una galleria di oltre settanta dipinti (molti dei quali inediti), dedicati ai volti, alle città e alla natura, per illustrare l’isola secondo l’estro di importanti artisti del secolo scorso. La mostra in questione è «Pittura sarda del Novecento. Opere dalle collezioni statali», aperta al Mus’a, Pinacoteca del Canopoleno sino al 27 settembre. Protagoniste della rassegna, curata da Lucia Arbace e Maria Paola Dettori della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Sardegna, sono esemplari realizzati tra il 1900 e il 1950, provenienti dalle collezioni Tomè, dalla provincia di Sassari, dal Man di Nuoro e dalla Pinacoteca di Cagliari. Tra le tele in esposizione compaiono i nomi di Stanis Dessy, Antonio Ballero, Giuseppe Biasi, Filippo Figari, Mario Delitala e Pietro Antonio Manca. Pittori isolani che, alla ricerca di un’arte al servizio del riscatto sociale e dell’identità, non solo operarono una rivoluzione nella storia sarda, ma raggiunsero anche risultati di elevata qualità. Nella prima parte campeggiano le creazioni che ritraggono la gente della Sardegna. A spiccare per forza espressiva sono certamente i dipinti di Filippo Figari (Donna d’Atzara e Uomo d’Atzara) nei quali compaiono personaggi in costume, immortalati in atteggiamenti di grande dignità. Analoghi soggetti sono presenti anche nelle produzioni di Carmelo Floris, Francesco Ciusa Romagna e Mario Paglietti, tutti autori di quadri che raffigurano e scolpiscono caratteristici volti umani, espressione di un’interiorità complessa. Un viso femminile (La fanciulla d’Orani), due ritratti di vecchi e varie immagini dedicate agli oranesi sono quelle firmate da Mario Delitala, le cui opere compaiono assieme a quelle di Giuseppe Biasi, Fabio Lumbau, Antonio Ballero e a una composizione di Elio Pulli (Fiori allo specchio). A completare la carrellata ci sono due ritratti realizzati da pittori non sardi: quello di Josephine di Sant’Elia, eseguito da Aldo Severi e quello dell’ebanista Gavino Clemente raffigurato dal maestro cecoslovacco Oskar Brázda. Sogni e città sono i temi rappresentati da Federico Melis Marini, Cesare Cabras, Melchiorre Melis e Mario Mossa Demurtas, artista profondamente attaccato all’isola e seguace delle principali correnti del Novecento. Quel Novecento dal quale arrivano anche gli acquerelli colorati, brillanti e dai tratti decisi di Stanis Dessy, che disegna gli scogli e il mare di Alghero, una veduta di Sant’Antioco e alcune zone simbolo della città di Sassari (Piazza Azuni, Piazza Tola, il Lavatoio del Rosello). Appartengono allo stesso filone anche il dipinto giovanile (Cavalcavia di Sassari) di Ausonio Tanda e le tele dalle tonalità pastello di Salvatore Zona. Mentre l’atmosfera più onirica risulta ben nitida nelle varie rivisitazioni (Presepe, Matrimonio a Oliena, I doni, Penelope) di Edina Altara. Rituali, scorci e paesaggi della Sardegna si ritrovano insieme nella parte espositiva ispirata alla natura, dove si possono ammirare le composizioni di Giuseppe Biasi dedicate alla religiosità femminile; le novità formali tratteggiate da Pietro Antonio Manca, che dipinge i riti davanti al fuoco e lo scoppiettare della legna ardente; alcune vedute dell’isola secondo Mario Delitala e Stanis Dessy; le rappresentazioni di Remo Branca e Giuseppe Altana; e le atmosfere dense e pastose riportate sulle tavole di Costantino Spada, autore di creazioni vigorose e colorate. - Marta Virdis

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