Edina Altara iniziò la sua collaborazione con la rivista "La Donna" nel 1922, anno in cui disegnò due copertine (giugno e novembre). Qualche mese prima, nel febbraio del 1922, la rivista aveva dedicato un lungo articolo alla pittrice sassarese, "Edina Altara: un'artista sarda", scritto da Elisa Albano. La foto qui accanto è tratta proprio da quella pagina: alle spalle di Edina uno dei suoi collage.
Dopo otto anni di pausa, Edina Altara riprese la collaborazione con La Donna, questa volta assieme al marito Vittorio Accornero de Testa, che firmava Max Ninon (abbandonò definitivamente questo pseudonimo nel 1933). Nel dicembre del 1930 Edina e Ninon firmarono due illustrazioni a colori per il racconto "La sorte di Felice". L'anno successivo, nel gennaio e nel marzo 1931, firmarono due splendide copertine decò. Nei lavori degli Anni 30 per la rivista "La Donna" è evidente il maggiore peso dell'artista sarda nella realizzazione delle illustrazioni: la firma di Edina, infatti, è più grande di quella di Max Ninon, che nei lavori con la moglie si occupava prevalentemente delle parti scenografiche (paesaggi, fondali, ambienti). La cura dei personaggi, infatti, era solitamente riservata a Edina.
La Donna nasce 1905 come supplemento quindicinale femminile illustrato de “La Stampa” di Torino e “La Tribuna” di Roma. Si rivolge ad un pubblico femminile borghese con una serie di rubriche fisse relative alla cura della casa, alla bellezza e igiene del corpo. Rilevanti sono l’aggiornamento su temi culturali e di attualità e l’attenzione riservata a figure femminili di valore italiane e straniere attraverso la rubrica “Piccola posta” si dà voce alle lettrici. Ricco è l’apparato illustrativo, numerose le pagine dedicate alla pubblicità. Direttore è Nino Giuseppe Caimi e le collaboratrici sono Felicita Rey Ragazzoni, Marianna Clelia Abate Arcostanzo, Elisabetta Oddone e Ester Danesi Traversari. Nel 1916 e 1917 acquisisce il sottotitolo “Bollettino illustrato dell’opera femminile italiana per la guerra”. Nel 1922 la rivista viene ceduta ad Arnoldo Mondadori che nel 1924 la trasforma in un mensile, con la struttura di rotocalco patinato femminile. Nel 1927 Mondadori cede la testata ad Angelo Rizzoli e nel 1942, divenuto sempre più contenitore di moda e consigli pratici, viene accorpato a “Cordelia”.
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