lunedì 4 maggio 2009

Mostra Le Muse in Salotto (2005)



Comunicato stampa di presentazione della mostra
Sassari 31 maggio - 4 settembre 2005

La mostra, promossa dal Comune di Sassari e curata da Giuliana Altea, costituisce un’autentica scoperta: presenta infatti per la prima volta l’opera delle sorelle Altara, artiste il cui talento decorativo si è espresso in vari campi: pittura, illustrazione, scultura, ceramica, arredo, creazione di giocattoli, disegno di tessuti. Grazia, freschezza, eleganza, senso raffinato dell’ornamento sono le qualità che rendono unico il lavoro delle Altara, la cui apparente spontaneità e ingenuità è frutto di una profonda conoscenza della storia delle arti applicate e di un’estrema sensibilità verso le tendenze del gusto contemporaneo, dalle secessioni al Déco, dall’amore surrealista della stravaganza e dell’eccesso al capriccioso eclettismo degli anni Cinquanta.
Nate a Sassari a fine Ottocento, le sorelle arrivano all’arte direttamente dai giochi infantili con forbici, colla e carte colorate. “La loro arte – osserva Giuliana Altea - trova nella casa il suo luogo naturale. Come dimostrano gli appartamenti di Lavinia e Iride, ancora in parte conservati e documentati in mostra, le Altara fanno dell’ambiente domestico il teatro di una continua rappresentazione in cui la quotidianità assume tratti fantastici grazie a mobili-altari, putti in legno, bambole e pupazzi, eccentrici lampadari, baldacchini e tendaggi dipinti.”
Edina esordisce a Milano nel 1916, con stilizzati collage e giocattoli in cartone, lodatissimi dalla critica; comincia quindi la sua carriera di illustratrice Déco a fianco del marito, il disegnatore Vittorio Accornero de Testa, in arte Max Ninon. Separatasi dal marito, si dedica alla moda, alla ceramica e alla decorazione. La sua amicizia con un protagonista dell’architettura e del design come Gio Ponti - paladino, sulle pagine della sua rivista Domus, di una modernità non ascetica né puritana– si traduce in frequenti episodi di collaborazione.
Gli specchi dipinti da Edina ornano i mobili e gli interni disegnati da Ponti, infissi di case private, pareti di negozi, ambienti di transatlantici come l’Andrea Doria, il Conte Grande e il Conte Biancamano.
Nel 1955 è Ponti a segnalare su Domus il debutto di Lavinia nella scultura, con figure in terra cruda di sapore quasi neoromanico. Più tardi Lavinia eseguirà collage e dipinti che rievocano la Sassari della sua infanzia con uno stile ingenuo ma ricco di dettagli, di miracolosa precisione nel riprodurre le fogge della moda del tempo e i piccoli riti sociali della borghesia del tempo. Iride, dal canto suo, realizza bizzarri oggetti in palma intrecciata e in pergamena dipinta, fiori che paiono insetti e che spuntano da conchiglie e cornucopie, e surreali figure in treccia di fili di rame piegata.
Pressoché ignorate dalla storia dell’arte, le sorelle Altara hanno scontato le conseguenze del processo che nella prima metà del Novecento ha portato all’emarginazione delle donne dal campo dell’arte. “Un’emarginazione messa in atto attraverso la separazione fra arte ‘pura’ e arte applicata e la distinzione fra ‘professionisti’ e ‘dilettanti’ – spiega Giuliana Altea -. Le Altara erano relegate in un ambito creativo, quello della decorazione, all’epoca ritenuto inferiore rispetto alla grande arte monumentale; inoltre erano viste come principianti, che non potevano creare arte in modo consapevole ma solo ‘viverla’ istintivamente.
Non a caso, al suo debutto Edina viene acclamata come una ‘primitiva’ che arriva grazie alla sua mancanza di razionalità là dove gli artisti maschi non riescono ad arrivare.” La mostra sassarese, primo riconoscimento per queste artiste di raffinato talento e cultura, si inserisce nel generale risveglio di interesse per la ricerca delle donne nell’arte del Novecento che caratterizza questi ultimi anni.

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