venerdì 8 gennaio 2010

Transatlantici (1/5): Conte Grande



Uno dei periodi più importanti della carriera artistica di Edina Altara è quello della collaborazione con l'architetto milanese Gio Ponti. Tra la fine degli Anni 40 e la seconda metà degli Anni 50, Edina realizzò numerose opere per appartamenti, negozi e transatlantici i cui arredi furono progettati da Ponti. Quello dedicato al "Conte Grande" è il primo di cinque "post" in cui si parlerà dell'attività di Edina per i transatlantici. Gli altri titoli saranno: "Conte Biancamano", "Andrea Doria", "Motonave Oceania" e "Motonave Africa". Alla fine del 2007, l'architetto genovese Paolo Piccione ha scritto il volume "Gio Ponti Le Navi - Il progetto degli interni navali 1948-1953", sull'attività di Gio Ponti in ambito navale. Gran parte delle immagini che pubblicherò a corredo dei post, oltre al testo in corsivo, sono tratti da questo volume. Ringrazio l'autore per la sua disponibilità e per avermi autorizzato a pubblicare le immagini del suo archivio.


I lavori di Edina Altara per il Conte Grande sono stati realizzati nel 1949. Nel luglio di questo anno, infatti, il Conte Grande fece il suo viaggio inaugurale dopo il restauro durato sedici mesi. Edina Altara per il Conte Grande realizzò dodici nature morte per la sala da pranzo (cm 80 x 115 con cornici in ottone), il grande pannello sullo scalone centrale, su bozzetto di Gio Ponti (è largo 4 metri), e le decorazioni di alcuni tavolini. Nel 1948 Edina realizzò le decorazioni sotto vetro per un tavolo simile, sempre disegnato da Ponti, che fu esposto alla mostra "Lo stile nell'arredamento moderno", organizzata da Fede Cheti a Milano. Una curiosità è che Edina Altara nel 1929 viaggiò sul Conte Grande, assieme al marito Vittorio Accornero, alla volta di New York, dove la coppia visse per alcuni mesi. Nella galleria fotografica è presente anche la lista dei passeggeri di quel viaggio. Altra curiosità riguarda l'articolo pubblicato su Domus, nel numero 233 del marzo 1950, intitolato "Alcune opere del Conte Grande". Oltre al bozzetto di Gio Ponti, sono state pubblicate le foto di "due cristalli dipinti da Edina Altara", come dice la didascalia. In realtà, nella rivista sono stati pubblicati i bozzetti delle nature morte "Bilance" e "Ventagli", che fanno parte dell'Archivio Altara. Probabilmente, nel momento in cui fu realizzato l'articolo, non erano disponibili le foto dei pannelli (e la nave era già in viaggio dall'anno precedente), così Gio Ponti potrebbe avere chiesto a Edina di ridisegnare i pannelli. Nell'Archivio Altara esiste un terzo bozzetto, quello della natura morta "Candele".


Le sale del Conte Grande presentano l'antologia del gusto eclettico di Ponti con pezzi unici di arte decorativa scelti tra gli artisti ospiti delle pagine di Domus. Al vertice della scala della sala da pranzo, sulla parete di fondo, è collocato un grande pannello composto da lastra di cristallo retrodipinto da Edina Altara su bozzetto di Gio Ponti. La composizione rappresenta una epica allegoria del viaggio per mare: "Al centro di questa figurazione è il sogno del viaggiare, nel lato sinistro è simboleggiato - nell'addio - il partire, e nel destro - evocando il figliol prodigo - il ritornare nella patria mediterranea (la colonna) e nella casa (il pavimento e il cane): in basso le genti e i frutti e le cose del mondo, e gli scritti di viaggio". Edina Altara realizza anche i pannelli di cristallo dipinto per la sala da pranzo con nature morte di frutta, pollami, vetri e bottiglie, spade, orologi, ventagli, candele, bilance, pesci, bottiglie, dolci. Sono della Altara anche le composizioni collocate sotto i cristalli dei tavolini delle sale da tè e da gioco.
L'arredo del transatlantico Conte Grande, prima opera navale completa realizzata da Gio Ponti, diviene un paradigma per la realizzazione delle successive unità della flotta italiana, nel frattempo ordinate nei cantieri italiani. Il Conte Grande segnando l'inizio di una nuova stagione nell'arte dell'allestimento e dell'arredamento navale presenta sulla ribalta internazionale i risultati della ricerca italiana.


Questo il testo della brochure "Le Arti sul Conte Grande" pubblicata in occasione del viaggio inaugurale della nave.


Riprendendo il mare, completamente rinnovati, il Conte Grande e il Conte Biancamano si riallacciano, dopo le vicissitudini degli anni di guerra, alle tradizioni di splendore dei transatlantici italiani per i quali sono ricordati il Rex e il Conte di Savoia, famose e grandissime navi, ed assieme ad esse la Victoria, di mole minore ma bellissima.
In una nave italiana della mole e dell'importanza del «Conte Grande» non potevano mancare alcuni accenti che per i passeggeri più colti testimoniassero dell' arte, che è la vocazione della civiltà italiana.
Così gli architetti Gio Ponti e Nino Zoncada assieme collaborando a rinnovare nella prima classe, sulle preesistenti strutture, gli ambienti più rappresentativi della nave, hanno voluto che questi spazi, tenuti in una lineare semplicità di disegno, ricevessero un accento dalla presenza di alcune fra le opere e le produzioni d' arte delle quali l'Italia è straordinariamente ricca.
Il passeggero colto, curioso ed amante di queste cose troverà raccolte nelle vetrine della hall, saggi della più bella editoria d'arte italiana (che i cultori potranno poi ricercare nelle librerie italiane) con litografie di bellissimi nomi dell'arte moderna italiana, da Carrà a Campigli, da Manzù a Martini, a Marini, a Sassu, infine le raffinate riproduzioni (nella stupenda raccolta "Silvana" di Amilcare Pizzi) di capolavori di Giotto, di Masaccio, dell' Angelico ecc.
Accanto a queste espressioni d'arte si potranno osservare alcuni pezzi unici di grandi maestri ceramisti italiani: Pietro Melandri di Faenza con i suoi smalti riflessati, Guido Gambone di Vietri sul mare con le sue superfici cristallizzate, Luigi Zortea delizioso artigiano veneto, Leoncillo Leonardi operante in Roma, artista tormentato e grandissimo, e Fausto Melotti maestro raffinatissimo in quest'arte, che lavora a Milano: a lui sono dovute anche le due cariatidi che fiancheggiano lo scalone che dalla hall scende alla sala da pranzo.
Nelle vetrine sono anche dei pezzi unici in smalto su rame di Paolo De Poli, di Padova, il più famoso fra gli italiani in quest' arte, e stoffe di pregio eccezionale di Vittorio Ferrari tessitore in Milano, e sete stampate di Piero Fornasetti, vetri muranesi di Paolo Venini. Nelle nicchie dei tavolini sono gustose composizioni di Edina Altara.
Le dorate pareti in alluminio anodizzato delle sale da pranzo, che inaugurano un raffinato impiego di questo materiale neir arredamento navale, sono ornate da cristalli leggiadramente dipinti, riprendendo una antica tradizione italiana, da Edina Altara, valorosa pittrice in Milano, che ha parimenti collaborato con Gio Ponti, pittore oltre che architetto, alla grande "allegoria del viaggiare", dipinto dietro cristallo che è al sommo dello scalone. Al centro di questa figurazione è il sogno del viaggiare, nel lato sinistro è simboleggiato — nell' addio — il partire e nel destro — evocando il Figliol Prodigo — il ritornare nella Patria (la colonna) e nella casa (il pavimento e il cane): in basso le genti e le razze e i frutti e le cose del mondo, e gli scritti di viaggio.
Le due salette da pranzo sono ornate dei divertenti pannelli di Luigi Crippa di Milano.
I pannelli ceramici luminosi nelle gallerie che riprendano il nuovo motivo delle lampade delle hall sono di Pietro Melandri di Faenza, e di Lucio Fontana scultore italo-argentino di grande rinomanza in Italia. I pannelli di Melandri figurano i poteri: il religioso (il campanile) il civile (lo scettro), il militare (la spada), il popolano (l'obelisco), il dinastico (la torre). I pannelli di Lucio Fontana, cotti nelle fornaci di Tullio Mazzotti ceramista ligure in Àlbisola presso Savona, simboleggiano poeticamente, nella plastica allusiva moderna e nei colori degli smalti stupendi, la "linea del sole e del mare", mediterranea ed atlantica, che il Conte Grande percorre.
Una particolarità voluta da Ponti e da Zoncada nell' architettare queste sale è stata quella di dare attraverso il gioco di ampi cristalli la simultanea veduta di tutti questi ambienti più vasta ed estesa possibile, così dalle due gallerie si vedono la sala di scrittura e il bar, le cui pareti gli architetti hanno voluto fossero interamente figurate da Piero Fornasetti, milanese, con le inesauribili risorse della sua fantasia e della sua tecnica incomparabile.
Nel salone gli architetti hanno voluto additare alla colta attenzione del passeggero le deliziose ceramiche popolane di Luigi Zortea, miracoloso artigiano di Bassano del Grappa, le lampade a parete di vetro veneziano di Paolo Venini in Murano, ed il grande pannello nel quale si son volute liricamente simboleggiare le stagioni in quattro vascelli ammirevolmente eseguiti con smalti magistrali da Paolo De Poli di Padova. In questa sala due belle pitture di Bernardo Pasotti di Milano evocano la nobile venustà di architetture italiane.
Se le opere d' arte delle quali particolarmente si occupa questa rassegna, sono state accolte in questa nave negli ambienti più rappresentativi della prima classe,- accanto a questi ambienti va messo in rilievo il carattere - distintamente personale - col quale un altro architetto, Matteo Longoni, ha inteso arredare le sale della seconda classe a lui affidate, e anche l'opera degli architetti Camillo Marchi e Aldo Giurgola cui si deve la Cappella dedicata alla Madonna del Mare.
Infine è ancora da segnalare l'elevato clima di civiltà col quale s' è voluto, affidandole al gusto dell' architetto Zoncada, fossero curate non solo le cabine di lusso, ma con leggiadria, proprietà, e "civiltà" - ci si consenta di appoggiare ancora una volta l'accento su questa parola - ogni altra cabina di ogni classe, nonché la fisionomia generale della nave nei suoi uffici nei suoi passaggi, nei suoi negozi, e nelle nitide sale e nei servizi della terza classe, ed infine nelle sue tre belle piscine, una per ogni classe.


"Gio Ponti Le Navi - Il progetto degli interni navali 1948-1953"
Paolo Piccione

Gio Ponti, figura centrale nella storia del design e dell'architettura italiana del XX secolo, progetta - associandosi all'arredatore Nino Zoncada gli interni di alcune navi che sono il vanto della Marina Mercantile italiana, sostenendo la ricostruzione dell'immagine del nostro paese dopo il conflitto mondiale. Queste navi, con i loro interni moderni ed eleganti, contribuiscono all'affermazione del mito della linea italiana nel mondo. I transatlantici "Conte Grande", "Conte Biancamano", "Giulio Cesare", "Andrea Doria" collegano l'Italia con l'America del Nord e del Sud; le motonavi "Oceania" e "Africa", con gli omonimi continenti, rappresentano la creatività italiana all'estero, presentando artisti di fama come Massimo Campigli, Fausto Melotti, Salvatore Fiume e artigiani di elevato mestiere come Paolo De Poli, Piero Fornasetti, Paolo Venini ed Edina Altara. La caducità dei progetti navali di Ponti - le navi navigano solo per due decenni presto soppiantate dall'avvento dell'aereo a reazione - ne ha sottratto l'attenzione alla critica; il volume vuole restituire al pubblico una pagina poco conosciuta della storia dell'arredamento, della creatività italiana e dell'opera di Gio Ponti. Con oltre 200 immagini, per la più parte inedite, sono illustrati gli interni delle navi e ricostruite le vicende progettuali in un affascinante revival di una pagina dell'Italia degli anni Cinquanta.

Dove sono le opere di Edina Altara realizzate per il Conte Grande?

Il 7 settembre del 1962 il Conte Grande arrivò a La Spezia per essere demolito dal cantiere Terrestre Marittima. Prima della demolizione, gli arredi e le opere d'arte della nave furono salvati. Le opere furono vendute all'asta e, fortunatamente, furono acquistate tutte da collezionisti italiani. Le nature morte della sala da pranzo della prima classe appartengono a collezionisti di Genova (4), Roma (4), Sassari (2) e Nuoro (1). Solo del pannello "Frutti" non abbiamo notizie sull'attuale proprietario. Il grande pannello Allegoria del viaggio, dopo essere stato esposto in una mostra a Milano, negli Anni 80, è stato acquistato da un privato e ora è il pezzo forte della villa di un grande collezionista del Nord Italia.

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